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Effetto shock Loss: tutto quello che devi sapere sulla caduta dei capelli post trapianto

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Effetto shock Loss: tutto quello che devi sapere sulla caduta dei capelli post trapianto

Lo shock loss, noto anche come effetto shedding, è un fenomeno fisiologico e temporaneo che può verificarsi dopo un trapianto di capelli o trattamenti per l’alopecia. Sebbene possa inizialmente spaventare, rappresenta un segnale positivo: è parte del naturale processo di rinnovamento dei capelli e indica che il trattamento sta funzionando.

Questa fase si manifesta con una caduta diffusa, talvolta significativa, dei capelli trapiantati e di quelli naturali circostanti, ma è importante sapere che non si tratta di una perdita permanente.

Non tutti i pazienti sperimentano lo shock loss, e la sua assenza non compromette il successo del trattamento. Quando si verifica, fa parte del percorso che conduce a una chioma più forte e sana, con capelli nuovi che iniziano a crescere nelle settimane successive. Capire le cause della caduta dei capelli, la durata e come gestire questa fase è fondamentale per affrontarla con serenità.

In questo articolo, assieme al Dott. Filippo Formichini, tra i migliori chirurghi per il trapianto di capelli in Italia e esperto in tricologia a Firenze, approfondiremo tutto ciò che c’è da sapere sullo shock loss:

  • Dalle cause alle strategie per accelerare la ricrescita.
  • Offrendo consigli pratici per rendere questa fase una semplice tappa verso il successo del trattamento.

Cos’è lo Shock Loss?

Lo shock loss, noto anche come effetto shedding o alopecia traumatica, è una condizione temporanea che può verificarsi dopo un trapianto di capelli o durante trattamenti specifici per l’alopecia, come l’uso di Minoxidil o Finasteride. Questo fenomeno interessa circa il 60-80% dei pazienti sottoposti a intervento, generando preoccupazione soprattutto in chi si avvicina per la prima volta alla chirurgia dei capelli. Tuttavia, è importante sottolineare che lo shock loss è un processo fisiologico e reversibile.

Questo fenomeno post-chirurgico è assai frequente nel caso in cui l’area di intervento sia quella del Vertex (area epicranica, piazzetta o chierica), assai meno frequente quando l’area di intervento sia quella della linea frontale. Questa diversità di comportamento è da attribuire alla diversità delle condizioni di vascolarizzazione delle due aree.

Infatti, nel caso del Vertex, la struttura sottostante l’epidermide del cuoio capelluto, la cosiddetta Galea Capitis, è una struttura di tessuto fibroso denso scarsamente vascolarizzata. A differenza dell’area frontale, che è molto prossima a strutture anatomiche per loro natura molto vascolarizzate del volto. Una delle supposte cause di questa maggiore probabilità di shock loss post-trapianto in questa area è proprio la scarsa vascolarizzazione della galea capitis, costituita da uno strato di tessuto fibroso denso posto nello spessore tra cute e periostio.

Il metabolismo basale, necessario alla sopravvivenza dei capelli, diminuisce progressivamente durante una calvizie. Esso diventa minimo quando la microvascolarizzazione che circonda ciascuna unità follicolare scompare insieme ai capelli colpiti dalla calvizie androgenetica. Si manifesta quindi un circolo vizioso, nel quale la calvizie familiare fa lentamente scomparire i capelli e con sé anche la loro vascolarizzazione.

Lo shock loss si manifesta come una perdita significativa di capelli trapiantati e, talvolta, dei capelli indigeni presenti nelle vicinanze della zona trattata. Questo accade perché i follicoli piliferi, a causa dello stress subito durante l’intervento o il trattamento, entrano in fase telogen (riposo), interrompendo temporaneamente il loro ciclo di crescita. Il risultato è un diradamento momentaneo che può influire sia sull’aspetto estetico sia sulla percezione del successo dell’intervento.

In molti casi, lo shock loss si presenta come un telogen effluvium localizzato, con una perdita diffusa e temporanea dei capelli. Questo fenomeno può includere anche la caduta di capelli naturali non coinvolti direttamente nell’intervento, i quali possono miniaturizzarsi e cadere, contribuendo a un ulteriore diradamento dell’area trattata.

Nonostante l’impatto emotivo che lo shock loss può avere, è fondamentale comprendere che si tratta di un processo del tutto temporaneo e non irreversibile. I follicoli rimangono attivi e, con il tempo, riprenderanno la loro normale funzione, garantendo una ricrescita completa e naturale dei capelli.

È essenziale che i pazienti siano informati su questa fase, per affrontarla con serenità e senza preoccupazioni ingiustificate. Affidarsi a un medico esperto e seguire le indicazioni post-operatorie sono i passi chiave per gestire lo shock loss e ottenere risultati ottimali a lungo termine.

Cause dello Shock Loss

Le cause principali dello shock loss includono:

  • Stress chirurgico: Durante un trapianto, i follicoli vengono separati temporaneamente dalla loro fonte di nutrimento (sangue e ossigeno), causando una caduta temporanea.
  • Traumi locali: Le microincisioni necessarie per l’impianto possono influire negativamente sui follicoli adiacenti.
  • Fattori ormonali: Lo stress dell’intervento può alterare l’equilibrio ormonale che regola il ciclo vitale dei capelli.
  • Tecnica di trapianto: Approcci invasivi come la tecnica FUT possono aumentare il rischio di shock loss rispetto alle tecniche meno invasive come la FUE o la DHI.

Shock loss causato da Minoxidil

Lo shock loss causato dal Minoxidil è un fenomeno temporaneo che si verifica spesso nelle prime fasi del trattamento. Questo farmaco, noto per stimolare il microcircolo del cuoio capelluto e favorire la crescita dei capelli, provoca una caduta iniziale di quelli che si trovano in fase telogen (riposo). Questo processo, pur generando preoccupazione, è un segnale positivo: i follicoli si stanno preparando per entrare nella fase anagen, quella attiva di crescita, per produrre capelli più forti e sani.

Generalmente, lo shock loss si manifesta entro i primi 3-4 mesi di utilizzo del Minoxidil. I capelli deboli e miniaturizzati vengono sostituiti da nuovi capelli, più robusti e vitali. Un meccanismo simile si osserva anche con la Finasteride, sebbene in tempi più brevi.

Affrontare lo shock loss richiede pazienza e fiducia nel trattamento. È fondamentale non interrompere la terapia ai primi segnali di caduta, poiché questa è una parte naturale del processo di rinnovamento. Un percorso tricologico guidato da un medico specialista può aiutarti a superare questa fase e a ottenere i risultati desiderati. Continuare il trattamento secondo le indicazioni garantirà, nel tempo, una chioma più folta e resistente.

 

Quando e Perché si Verifica e Quanto Dura lo Shock Loss?

Lo shock loss, o effetto shedding, è una fase naturale che può verificarsi dopo un trapianto di capelli o durante trattamenti per l’alopecia. Si tratta di un fenomeno temporaneo e del tutto fisiologico, in cui i capelli entrano nella fase telogen (riposo), portando alla loro caduta per far spazio a una nuova crescita.

Quando si verifica lo Shock Loss?

Lo shock loss inizia generalmente entro 2-6 settimane dall’intervento chirurgico o dall’inizio del trattamento per l’alopecia. Durante questo periodo, i capelli trapiantati e quelli naturali circostanti possono cadere in quantità significative, un effetto che può spaventare i pazienti ma che è assolutamente normale.

Perché si verifica lo Shock Loss?

Questo fenomeno si verifica perché i follicoli piliferi, stressati dall’intervento o dal trattamento, interrompono temporaneamente la loro attività per rigenerarsi. I capelli indeboliti e fragili vengono sostituiti da nuovi capelli più forti e densi, che entreranno successivamente nella fase anagen (crescita attiva).

L’applicazione di farmaci come il Minoxidil, utilizzato per migliorare la microcircolazione e fornire ossigeno e nutrienti ai follicoli, può intensificare questo processo. Il Minoxidil stimola il ciclo naturale dei capelli, accelerando la caduta dei capelli deboli per favorire la crescita di una chioma più sana.

È importante sottolineare che lo shock loss non si verifica in tutti i pazienti. L’assenza di questa fase non è indicativa del fallimento del trattamento: ciò che conta è che, al termine del processo, i capelli trapiantati mantengano le caratteristiche tipiche dei follicoli prelevati dalla zona donatrice, risultando forti e permanenti.

Quanto dura lo Shock Loss?

Lo shock loss può durare fino a 3 mesi, con una progressiva riduzione della caduta. La ricrescita dei capelli inizia generalmente intorno al 4° mese e continua per un periodo di 8-12 mesi. I risultati definitivi del trattamento o del trapianto sono visibili entro 12-15 mesi. Durante questo tempo, i capelli riacquistano spessore, densità e stabilità.

Quanto è normale perdere capelli durante lo Shock Loss?

In condizioni normali, una persona può perdere dai 50 ai 150 capelli al giorno. Tuttavia, durante lo shock loss, questa quantità può essere notevolmente più alta, con una caduta visibilmente accentuata. Nonostante ciò, è fondamentale ricordare che questa perdita è temporanea e fa parte del normale ciclo di rinnovamento del capello.

Come Prevenire o Ridurre lo Shock Loss

Sebbene lo shock loss sia un fenomeno fisiologico, esistono misure per minimizzarne l’intensità:

  1. Scegliere tecniche meno invasive: Approcci come la FUE Sapphire o la DHI riducono il trauma tissutale rispetto alla tecnica FUT.
  2. Affidarsi a chirurghi esperti: La precisione e l’esperienza del chirurgo sono fondamentali per minimizzare i danni ai follicoli circostanti.
  3. Seguire le indicazioni post-operatorie:
    • Dormire in posizione inclinata a 45° per i primi 7 giorni.
    • Evitare traumi o sfregamenti nella zona trattata.
    • Utilizzare shampoo e prodotti specifici raccomandati dal medico.

Trattamenti per Favorire la Ricrescita

Esistono diverse soluzioni per accelerare la ripresa dopo lo shock loss:

  • PRP (Plasma Ricco di Piastrine): Stimola la rigenerazione dei follicoli grazie ai fattori di crescita contenuti nel plasma del paziente.
  • Minoxidil: Migliora la microcircolazione e accelera il passaggio dei follicoli dalla fase di riposo a quella di crescita.
  • Terapie laser a bassa frequenza: Rinvigorisce i follicoli piliferi con un’azione rigenerativa.
  • Integratori specifici: Formule a base di biotina, zinco e vitamine del gruppo B supportano la salute del cuoio capelluto.

È possibile prevenire l’effetto shedding post trapianto di capelli?

 

Sebbene la maggior parte dei pazienti sperimenti una caduta temporanea di capelli trapiantati e naturali, non si verifica in tutti i casi. Con le giuste precauzioni e trattamenti, è possibile ridurre significativamente l’intensità dello shock loss e supportare una ricrescita più rapida e sana.

Per prevenire l’effetto shedding, il primo passo è affidarsi a un medico specialista che valuterà la situazione individuale e proporrà soluzioni personalizzate. Una delle opzioni più efficaci è la mesoterapia MesoHAir+, un trattamento che prevede micro-iniezioni di nutrienti direttamente nel cuoio capelluto. Questo metodo aiuta a stimolare i follicoli, migliorare la circolazione sanguigna e rinforzare i capelli, riducendo la caduta post-trapianto.

Un’altra soluzione innovativa è la fotobiomodulazione, una terapia laser a bassa frequenza che stimola l’attività dei follicoli piliferi, migliorandone la salute e favorendo il passaggio alla fase di crescita attiva (fase anagen). Questa tecnologia, non invasiva e indolore, è particolarmente utile per sostenere il recupero dei capelli nelle prime settimane post-intervento.

L’uso di prodotti specifici per la cura del cuoio capelluto è altrettanto importante per prevenire lo shock loss. Shampoo di alta qualità, raccomandati dal medico, possono svolgere un ruolo cruciale. Ad esempio, lo shampoo Insparya Dermocalm, con proprietà dermo-lenitive, riduce l’irritazione e mantiene il cuoio capelluto in condizioni ottimali, mentre lo shampoo Prevent HA, specifico per contrastare la caduta, aiuta a rafforzare i capelli e stimolare i follicoli piliferi.

Seguire con precisione le indicazioni post-operatorie è essenziale. Evitare traumi o sfregamenti nella zona trapiantata, utilizzare prodotti delicati e adottare trattamenti rigenerativi come la mesoterapia e la fotobiomodulazione sono misure che possono fare la differenza. Con un approccio mirato e la guida di esperti, è possibile affrontare lo shock loss con serenità, assicurando un percorso di recupero efficace verso una chioma più sana e folta.

Domande Frequenti

Quanto dura il periodo di shock loss?

Il periodo di shock loss può variare da paziente a paziente, ma generalmente si manifesta entro 2-6 settimane dopo il trapianto e può durare fino a 3 mesi. La ricrescita dei capelli inizia solitamente intorno al 4° mese, con risultati più evidenti nei successivi 8-12 mesi.

Lo shock loss può essere prevenuto?

Prevenire completamente lo shock loss non è possibile, poiché si tratta di una risposta naturale del cuoio capelluto allo stress chirurgico. Tuttavia, seguire con attenzione le indicazioni post-operatorie, mantenere una corretta igiene del cuoio capelluto e utilizzare trattamenti preventivi come la fotobiomodulazione o la mesoterapia può ridurre l’intensità di questo fenomeno.

Quali sono i segnali di uno shock loss eccessivo?

Uno shock loss eccessivo può presentarsi con una perdita di capelli superiore al normale, accompagnata da rossore persistente, gonfiore o infiammazione nelle aree trattate. Se questi sintomi si manifestano o peggiorano, è importante consultare il medico per valutare eventuali complicazioni o trattamenti correttivi.

Gli integratori possono aiutare a ridurre lo shock loss?

Integratori a base di biotina, zinco e altre vitamine specifiche per la salute dei capelli possono supportare il recupero e migliorare la qualità dei capelli. Tuttavia, è fondamentale discutere l’uso di questi integratori con un medico, per garantire che siano adatti al proprio caso e che non interferiscano con altri trattamenti.

Lo shock loss influisce sui capelli naturali non trapiantati?

Sì, lo shock loss può colpire anche i capelli naturali vicini alla zona del trapianto. Questo accade perché i follicoli adiacenti possono reagire allo stress chirurgico entrando in una fase di riposo (fase telogen). Fortunatamente, questa perdita è temporanea e i capelli naturali tendono a ricrescere col tempo.

Quali trattamenti sono consigliati se lo shock loss persiste?

Se lo shock loss dovesse persistere oltre i tempi previsti, trattamenti come il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) possono essere utilizzati per stimolare la ricrescita dei capelli. Il PRP migliora la circolazione sanguigna nel cuoio capelluto e fornisce fattori di crescita essenziali per rivitalizzare i follicoli. È consigliabile discutere con il medico altre opzioni, come l’uso di Minoxidil o terapie laser a bassa frequenza, per supportare ulteriormente il recupero.


Dr. Filippo Formichini

Dr. Filippo Formichini

Chirurgo estetico e medico tricologo, esperto nel trapianto di capelli.

Curriculum Vitae
  • Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze.
  • Laurea in Odontoiatria presso l’Università degli Studi di Siena.
  • La Laurea in odontoiatria non è stata solo il secondo traguardo accademico, ma un passo fondamentale nel perfezionamento delle abilità professionali nelle tecniche di microchirurgia che richiedono precisione e attenzione ai dettagli, e l’utilizzo quotidiano di strumenti chirurgici di precisione.
  • Master Universitario di II livello in Medicina Estetica presso il Policlinico Universitario di Siena.
  • Master in Scienze Mediche Chirurgiche Tricologiche presso l’Università di Firenze.
  • Partecipa regolarmente a corsi di aggiornamento e a congressi nazionali e internazionali.
  • Socio della Società Italiana di Tricologia (SITRI).